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dell'impero romano cap xiii. 147

della Capitale rimase a poco a poco annullata nell’estensione delle conquiste; s’innalzarono le Province allo stesso livello, e le vinte nazioni acquistarono il nome ed i privilegi dei Romani, senza adottarne i parziali interessi. Per un lungo tempo però gli avanzi della antica costituzione, e l’influenza del costume conservarono la dignità di Roma. Gl’Imperatori, benchè forse di Affricana o Illirica estrazione, rispettarono la patria da loro adottata, come sede della loro potenza e centro dei loro estesi dominj. L’emergenze della guerra rendevano sovente necessaria la loro presenza sulle frontiere; ma Diocleziano e Massimiano furono i primi Principi Romani i quali stabilissero, in tempo di pace, l’ordinaria loro residenza nelle Province, e la loro condotta, benchè derivar potesse da privati motivi, fu giustificata da mire di politica molto speciose.

La Corte dell’Impero di Occidente risedeva per lo più in Milano, la cui situazione al piè dell’Alpi sembrava assai più di quella di Roma favorevole all’importante oggetto di vegliare su i movimenti dei Barbari della Germania. Acquistò ben tosto Milano lo splendore di una città Imperiale. Gli Storici ne descrivon le case come numerose, e ben fabbricate, e come culti e liberali i costumi del popolo. Un circo, un teatro, una zecca, un palazzo, i bagni che portavano il nome del loro fondator Massimiano; i portici adorni di statue, e un doppio recinto di mura contribuivano alla bellezza della nuova Capitale, che non sembrava abbattuta dalla vicinanza di Roma1. Fu pure ambizione di Diocleziano l’emulare la maestà di Roma; ed

  1. Vedi Aurelio Vittore, che fa parimente menzione degli edifizi da Massimiano eretti in Cartagine, probabilmente