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dell'impero romano cap xiii. 143

zione di queste formava una molto vantaggiosa barriera, e fu la loro forza naturale ben presto accresciuta dall’arte e dalla scienza militare. Quattro di esse, al Settentrione del fiume, erano distretti di oscura fama e di poca estensione, Intiline, Zadicene, Arzanene, e Moxoene: ma all’Oriente del Tigri l’Impero acquistò il vasto e montagnoso territorio di Carduene, antica sede dei Carduchj, i quali conservarono per molti secoli la generosa lor libertà nel centro delle dispotiche monarchie dell’Asia. I diecimila Greci traversarono il loro paese, dopo una penosa marcia, o piuttosto battaglia, di sette giorni; e confessa il lor condottiero nella sua incomparabile relazione della ritirata, che essi soffrirono più danno dai dardi dei Carduchj, che dalle forze del gran Re1. I Curdi, loro posteri, con piccolissima alterazione e di nome e di costumi, riconoscono di puro nome la sovranità del gran Signore. III. È quasi inutile osservare, che Tiridate, il fido alleato di Roma, fu ristabilito sul trono dei suoi antenati, e che furono pienamente sostenuti ed assicurati i diritti dell’Imperiale preeminenza. Furono i confini dell’Armenia estesi fino alla fortezza di Sinta nella Me-

    (in Excerpt. Leg. p. 30.) inserisce Rehimene e Sofene. Io ho preferito Ammiano, (l. XXV. 7.) perchè si potrebbe provare che la Sofene non fu mai nelle mani dei Persiani nè avanti il Regno di Diocleziano, nè dopo quel di Gioviano. Per mancanza di carte esatte, come quelle del Sig. Danville, quasi tutti i moderni, dietro la scorta di Tillemont e di Valesio, hanno immaginato che le cinque Province erano situate di là dal Tigri relativamente alla Persia e non a Roma.

  1. Senofon. Anabasis l. IV. I loro archi erano lunghi tre cubiti, ed i loro dardi due; essi rotolavano pietre, ciascuna delle quali era il carico solito d’un carro. Trovarono i Greci moltissimi villaggi in quel rozzo paese.