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130 | storia della decadenza |
zione che cagionò la morte di Probo, fu esposto al più imminente pericolo; e gl’inferociti soldati si aprivano a forza la strada nella sua tenda, quando furono repressi dal solo braccio del Principe Armeno. La gratitudine di Tiridate contribuì subito dopo al ristabilimento di lui. Fu Licinio in ogni posto l’amico ed il compagno di Galerio, ed il merito di Galerio, molto prima che fosse innalzato alla dignità di Cesare, era stato conosciuto e stimato da Diocleziano. Nel terz’anno del regno di questo Imperatore, fu a Tiridate conferito il reame dell’Armenia. Erano la giustizia e l’opportunità di tal progetto ugualmente evidenti. Era ormai tempo di liberare dalla usurpazione del Monarca Persiano un territorio importante, che dal Regno di Nerone in poi era sempre stato concesso sotto la protezione dell’Impero al più giovane ramo degli Arsaci1.
Quando comparve Tiridate sulle frontiere dell’Armenia, fu ricevuto con sincero trasporto di allegrezza e di fedeltà. Soffriva quel paese da trentasei anni le reali e le immaginarie angustie di un giogo straniero. I Monarchi Persiani aveano adornata la loro nuova conquista con magnifici edifizi; ma questi monumenti erano eretti a spese della nazione, ed abborriti come segni di schiavitù. Avea il timore di una ribellione suggerite le più rigorose precauzioni: era stata l’oppressione aggravata dagl’insulti, e la certezza dell’odio pubblico avea fatto prender tutte quelle provvisioni che render lo poteano ancor più implacabile. Abbiam già notato l’intollerante spirito della religione dei Magi.
Le statue dei divinizzati Re dell’Armenia, e le sacre immagini del Sole e della Luna furono ridotte in
- ↑ Vedi i libri 62 e 63 di Dione Cassio.