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dell'impero romano cap xiii. 119

direzione della guerra Britannica. La sua prima impresa fu contro l’importante piazza di Bologna. Un superbo molo, innalzato a traverso l’ingresso del porto, tolse ogni speranza di soccorso. La città si rendè dopo un’ostinata difesa; ed una parte considerabile delle forze navali di Carausio cadde in potere degli assedianti. Nel corso de’ tre anni, che Costanzo impiegò a preparare una flotta adeguata alla conquista della Britannia, egli assicurò la costa della Gallia, fece irruzione nel paese dei Franchi, e privò l’Usurpatore dell’aiuto di quei possenti alleati.

Prima che fossero finiti i preparativi, Costanzo ricevè la notizia della morte del Tiranno, che fu considerata come un sicuro presagio della vicina vittoria. I ministri di Carausio imitarono l’esempio di tradimento dato da lui. Fu egli ucciso dal suo primo ministro Aletto, e l’assassino gli succedè nella potenza e nel pericolo. Ma non aveva egli abilità conveniente per esercitare la prima, od allontanare il secondo. Egli vedeva con angustioso terrore le opposte rive del continente già piene d’armi, di truppe e di navi, perchè Costanzo avea molto prudentemente diviso le sue forze, per dividere parimente l’attenzione e la resistenza del nemico. L’assalto fu finalmente dato dal principale squadrone, ch’era stato adunato alla foce della Senna, sotto il comando del Prefetto Asclepidoto, Uffiziale di merito singolare. Tanto imperfetta era in quei tempi l’arte della navigazione, che gli oratori hanno celebrato l’ardito coraggio dei Romani, i quali si arrischiarono a far vela con un vento di fianco, ed in un giorno burrascoso. Divenne il tempo favorevole alla loro impresa. Coperti da una densa nebbia, scamparono dalla flotta, che Aletto avea po-