Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
dell'impero romano cap xiii. | 113 |
La prima impresa di Massimiano, benchè sia brevemente riferita dai nostri imperfetti Scrittori, merita per la sua singolarità di esser rammentata in una storia dei costumi degli uomini. Egli soggiogò i contadini della Gallia, i quali sotto la denominazione di Bagaudi1, eransi sollevati in una general sedizione, molto simile a quelle, che nel quartodecimo secolo afflissero successivamente la Francia e l’Inghilterra2. Sembra, che molte di quelle istituzioni, che facilmente si riferiscono al sistema feudale, sieno derivate dai barbari Celti. Quando Cesare soggiogò i Galli, era già quella numerosa nazione divisa in tre ordini di persone, clero, nobiltà e plebe. Il primo governava colla superstizione, il secondo colle armi, ma il terzo ed ultimo non aveva influenza o parte veruna nei pubblici loro consigli. Era naturalissimo che i plebei, oppressi dai debiti, o paventando le ingiurie, implorassero la protezione di qualche potente Capo, il quale acquistasse sopra le loro persone ed il lor patrimonio quei medesimi assoluti diritti, che tra i Greci e i Romani un padrone esercitava su i propri schiavi3. Fu a poco a poco la maggior parte della nazione ridotta allo stato di servitù, astretta alla perpetua coltivazione dei terreni ap-
- ↑ Il nome generico di Bagaudae (nel significato di ribelli) continuò fino al quinto secolo nella Gallia. Alcuni critici lo fanno venire dalla parola Celtica Bagad, assemblea tumultuosa. Scaliger. ad Euseb. Du Cange Glossar.
- ↑ Cronica di Froissart vol. I. p. 182. II. 73-79. La semplicità di questa Storia non è stata imitata dai nostri moderni scrittori.
- ↑ Caesar. De Bell. Gallic. VI. 13. Orgetorige, di nazione Svizzero, potè armare in sua difesa un corpo di diecimila schiavi.