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dell'impero romano cap. i. | 29 |
secolo, il cui regno è ristretto nei confini di una sola provincia dell’Impero romano1.
Noi abbiam procurato di esporre lo spirito che moderava, e la forza che sosteneva la potenza di Adriano e degli Antonini. Prenderemo ora a descriver con chiarezza e precisione le province una volta unite sotto il loro dominio, ma adesso divise in tanti Stati indipendenti e tra loro nemici.
La Spagna, estremità occidentale dell’Impero, della Europa, e del mondo antico, ha in ogni tempo conservati invariabilmente gli stessi naturali confini; i monti Pirenei, il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico. Questa gran penisola, ora così inegualmente divisa tra due Sovrani, fu distribuita da Augusto in tre province, la Lusitania, la Betica e la Tarraconese. Il regno del Portogallo è succeduto al paese guerriero dei Lusitani: e la perdita sofferta dalla prima verso levante, è compensata da un aumento di territorio verso tramontana. I confini della Granata e dell’Andaluzia corrispondono a quelli dell’antica Betica. Il resto della Spagna, la Galizia e le Asturie, la Biscaglia e la Navarra, Leone e le due Castiglie, Murcia, Valenza, Catalogna ed Aragona, tutte contribuirono a formare il terzo e più considerabile dei Governi romani, che dal nome della sua capitale era chiamato la provincia di Tarragona2 Tra i barbari nativi, i Celtiberi erano i più possenti, ed
- ↑ Voltaire, Secolo di Luigi XIV c. 19. Non bisogna dimenticarsi per altro che la Francia si risente ancora di quello sforzo straordinario.
- ↑ Ved. Strabone l. II. È molto naturale di supporre che Aragona vien da Tarraconensis. Molti autori moderni, che hanno scritto in latino, si servono di queste due parole come sinonime. È certo per altro che l’Aragone, picciol fiume, che