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dell'impero romano cap. i. 21

lunghe picche, serrate strettamente fra loro1. Ma presto si scoprì con la riflessione non meno che con l’esperienza, che la forza della falange non poteva contrastare con l’attività della legione2.

La cavalleria, senza la quale la forza della legione sarebbe rimasta imperfetta, era divisa in dieci truppe o squadroni; il primo, come compagno della prima coorte, era composto di 132 uomini, mentre ciascuno degli altri nove ascendeva solamente a 66. L’intero corpo formava (se si può usare la moderna espressione) un reggimento di 726 cavalli, naturalmente unito con la sua propria legione, ma separato secondo il bisogno per agire nella linea, e per comporre una parte delle ali dell’armata3. La cavalleria degl’Imperatori non era più composta, come quella dell’antica repubblica, dei più nobili giovani di Roma e dell’Italia, i quali facendo il loro servizio militare a cavallo, si preparavano per gli uffizj di Senatore e di Console; e sollecitavano con azioni di valore i futuri suffragi dei loro concittadini4. Dopo la mutazione dei costumi del governo i più facoltosi dell’ordine equestre erano impiegati nell’amministrazione della giustizia e delle pub-

  1. Ved. la tattica di Arriano. Questo autore greco, appassionato per le istituzioni patrie, ha voluto piuttosto descrivere la falange a lui nota solo per gli scritti degli antichi, che le legioni da esso comandate.
  2. Polib. l. XVII.
  3. Vegezio, de re militari, l. II c. 6. La sua positiva testimonianza, che potrebbe ancora essere avvalorata da circostanze evidenti, dovrebbe impor silenzio a quei critici che ricusano alla Legione Imperiale il suo corpo di cavalleria.
  4. Ved. Tito Livio quasi in ogni pagina, e segnatamente l. XLII 6.