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dell'impero romano cap. i. 17

era tratto dalla parola che significa esercizio1. Gli esercizj militari erano l’importante e continuo oggetto della lor disciplina. Le reclute ed i soldati novizj venivano costantemente esercitati la mattina e la sera, nè l’età o la perizia poteano esentare i veterani dalla giornaliera ripetizione di ciò che avevano perfettamente imparato. Si fabbricavano vaste gallerie nei quartieri d’inverno, affinchè le loro utili fatiche non fossero in alcun modo interrotte dai tempi i più procellosi; e si osservava diligentemente che le armi, destinate a questa guerra simulata, fossero di peso doppio di quello che si richiedeva nell’azione reale2. Non è il fine di questa opera l’entrare in alcuna minuta descrizione dei romani esercizj. Soltanto osserveremo che comprendevano tutto ciò che poteva accrescer forza al corpo, attività alle membra, o grazia ai movimenti. I soldati erano diligentemente ammaestrati a marciare, a correre, a saltare, a nuotare, a portare gravi pesi, a maneggiare ogni sorta d’armi, che si usasse per offesa o per difesa, o in battaglia lontana, o in un assalto più stretto, a fare una varietà di evoluzioni, ed a moversi a suon di flauto nel ballo pirrico o marziale3. In mez-

  1. Exercitus ab exercitando, Varrone de lingua latina, l. IV; Cicerone Tuscul. l. II 37. Sarebbe un’opera molto interessante l’esame dell’affinità che vi è tra la lingua ed i costumi di una nazione.
  2. Vegezio, l. II e il resto del suo primo libro.
  3. M. le Beau ha illustrato assai bene la danza Pirrica nella Raccolta dell’Accademia delle iscrizioni, tom. 35, p. 262 ec. Questo dotto Accademico ha unito in una serie di memorie eccellenti tutti i passi degli autori antichi concernenti la legione romana.