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370 | storia della decadenza |
cevi la Censura del Genere Umano, e giudica i nostri costumi. Tu eleggerai quelli che meritano di conservare il nome di Senatori; tu renderai all’ordine equestre il suo primo splendore; tu aumenterai le pubbliche entrate, ma prima modererai i pubblici pesi. Tu dividerai in classi regolari la varia ed infinita moltitudine dei cittadini, ed esaminerai diligentemente tutto quel che appartiene alla forza militare, alle ricchezze, alle virtù, ed alla potenza di Roma. L’esercito, la Corte, i ministri della giustizia, e le cariche più grandi dell’Impero sono tutte soggette al tuo Tribunale, da cui saranno esenti soltanto i Consoli ordinarj1, il Prefetto della Città, il Re dei sacrifizj, e la maggiore delle Vestali, finchè illibata conserva la sua castità: e questi pochi, benchè non possano temere la severità del romano Censore, ne cercheranno ansiosamente la stima2.„
Un Magistrato, rivestito di un poter così esteso, sarebbe paruto più collega che ministro del suo Sovrano3. Valeriano temè giustamente un’elevazione così esposta all’invidia ed ai sospetti. Egli modestamente esagerò la spaventosa grandezza di un tanto peso, la sua propria insufficienza, e l’incurabile corruttela dei tempi. Insinuò accortamente che la carica di Censo-
- ↑ Pure, a dispetto di questa esenzione, Pompeo comparve dinanzi a quel tribunale, durante il suo consolato. L’occasione fu, per vero dire, e singolare ed onorifica. Plutarco in Pomp. p. 630.
- ↑ Vedi la parlata originale nella Stor. Aug. p. 173, 174.
- ↑ Ciò potè ingannare Zonara, il quale suppone che Valeriano fosse di presente dichiarato collega di Decio. l. XII p. 625.