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dell'impero romano cap. x. | 363 |
rendea formidabili nel combattere da vicino; la non servile ubbidienza, che aveano pe’ loro Re ereditarj, dava ai loro consigli un’unione ed una stabilità non comune1, ed il famoso Amala, eroe di quel secolo, e decimo antenato di Teodorico Re d’Italia, illustrò coll’ascendente del suo merito personale, la prerogativa della sua origine, ch’egli deduceva dagli Ansi o semidei della nazione Gotica2.
La fama di una grande impresa eccitò i più coraggiosi guerrieri di tutti gli Stati dei Vandali nella Germania, molti dei quali si vedono combattere, pochi anni dopo, sotto la comune insegna3 dei Goti. I primi passi degli emigranti li condussero sulle rive del Prypec, fiume che veniva generalmente dagli antichi creduto il ramo meridionale del Boristene4. Le tortuosità di quel gran fiume per le pianure della Polonia e della Russia diressero la loro marcia, somministrando costantemente acqua dolce, e pasture ai loro numerosissimi armenti. Seguitavano essi l’ignoto corso del fiume, confidando nel loro valore, e disprez-
- ↑ Omnium harum gentium insigne, rotunda scuta, breves gladii et erga reges obsequium. Tacit. German. c. 43. I Goti probabilmente si procacciarono il loro ferro col commercio dell’ambra.
- ↑ Giornandes, c. 13, 14.
- ↑ Gli Eruli, e gli Uregundi, o Burgundi, sono specialmente menzionati. Ved. Mascovio, Storia dei Germani, l. V. Un passo della Stor. Aug. p. 28 sembra alludere a questa grande emigrazione. La guerra Marcomannica fu in parte cagionata dalla furia delle barbare tribù, che fuggivano dinanzi alle armi dei Barbari più settentrionali.
- ↑ D’Anville, Geografia antica, alla terza parte della incomparabile sua carta dell’Europa.