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dell'impero romano cap. ix. 339

Benchè il progresso della cultura abbia indubitatamente contribuito a raddolcire le più fiere passioni della natura umana, sembra però che sia stato men favorevole alla virtù della castità, il cui più pericoloso nemico è la mollezza dell’animo. I raffinamenti della vita corrompono, mentre rendono più gentile la corrispondenza dei due sessi. Il grossolano appetito dell’amore diviene più pericoloso, quando è sublimato, o piuttosto in verità mascherato dal sentimento. L’eleganza del vestire, dei modi, e dei costumi da un risalto alla bellezza, ed infiamma i sensi per via della immaginazione. Liberi discorsi, balli notturni, e licenziosi spettacoli presentano la tentazione e lo occasioni alla fragilità femminile1. La povertà, la solitudine, e le penose cure della vita domestica assicuravano da tali pericoli le rozze mogli de’ Barbari. Le capanne germane, da per tutto aperte all’occhio della indiscretezza o della gelosia, custodivano meglio la fedeltà coniugale, che non le mura, i chiavistelli, e gli eunuchi di un serraglio persiano. A questa ragione un’altra se ne può aggiugnere di più onorevol natura. I Germani trattavano le loro mogli con istima e confidenza; le consultavano in ogni importante occasione, e ciecamente credevano che risedesse nei loro petti una santità e prudenza sovrumana. Alcune di queste, interpreti del fato, come Velleda nella guerra dei Batavi, governavano a nomo della Divinità le più feroci nazioni della Germania2. Le altre, senza esse-

  1. Ovidio impiega dugento versi nella ricerca dei luoghi più propizi all’amore. Soprattutto egli considera il teatro come il più adatto a riunire le bellezze di Roma o indurle alla tenerezza ed alla sensualità.
  2. Tacit. Stor. IV 61, 65.