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dell'impero romano cap. ix. 317

che dopo avere resistito all’occidental monarchia dei Romani, ne divennero gl’invasori, e poi i distruttori, occuperanno un luogo più importante in questa Storia, ed hanno un diritto maggiore, e (se dir si può) più domestico per richiamare la nostra attenzione. Le più civili nazioni della moderna Europa uscirono dalle foreste della Germania, e nelle rozze istituzioni di quei Barbari si possono rintracciar tuttavia gli originali principj delle nostre leggi, e dei nostri costumi presenti. Tacito, il primo tra gli storici che applicasse la filosofia allo studio dei fatti, ha con occhio perspicace considerato i Germani nel loro primo stato di semplicità e d’indipendenza, e gli ha delineati coi soliti tratti del suo eccellente pennello. L’espressiva concisione delle sue descrizioni ha meritato di esercitare la diligenza d’innumerabili antiquarj, e di eccitare l’ingegno e l’acume degli storici filosofici de’ nostri giorni. Questo soggetto, benchè vario e importante, è già stato discusso così spesso, così dottamente, e con tanto successo, che è divenuto ormai famigliare al lettore e difficile per lo scrittore. Ci contenteremo pertanto di osservare, o (per meglio dire) di ripetere alcune delle più importanti circostanze del clima, dei costumi, e delle istituzioni, per le quali i rozzi Barbari della Germania divennero nemici tanto formidabili alla potenza romana.

L’antica Germania, escludendo da’ suoi indipendenti confini l’occidentale provincia del Reno, che già era soggetta al giogo romano, comprendeva una terza parte dell’Europa. Quasi tutta la moderna Germania, la Danimarca, la Norvegia, la Svezia, la Finlandia, la Livonia, la Prussia, e la maggior parte della Polonia erano popolate dalle diverse tribù di una numerosa