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312 | storia della decadenza |
Sono confermati i nostri sospetti dall’autorità di uno storico contemporaneo, il quale parla con rispetto delle virtù di Alessandro, e con sincerità de’ suoi difetti. Egli descrive il giudizioso disegno, ch’era stato formato per la condotta di quella guerra. Tre eserciti romani doveano invadere nel tempo stesso, e da tre diverse parti, la Persia: ma le operazioni della campagna, benchè saggiamente concertate, non vennero eseguite con abilità, o con buon successo. La prima di queste armate appena si fu innoltrata nelle paludose pianure di Babilonia, verso l’artificiale confluente dell’Eufrate e del Tigri1, fu circondata dal numero superiore dei nemici, e distrutta dalle loro saette. L’alleanza di Cosroe re dell’Armenia2, e il lungo tratto di montuoso paese, nel quale poco agiva la cavalleria persiana, aprì un libero ingresso nel cuore della Media alla seconda armata romana. Queste valorose truppe devastarono le province adiacenti, e con diversi felici combattimenti contro Artaserse diedero un debole colore alla vanità del Monarca romano. Ma la ritirata di questo esercito vittorioso fu imprudente, o almeno infelice. Ripassando i monti, un gran numero di soldati perì per la difficoltà delle strade, e pel rigore del verno. Era stato risoluto, che mentre questi due numerosi distaccamenti penetravano negli opposti confini dell’Impero persiano, il grosso dell’esercito,
- ↑ Il Sig. de Tillemont ha già osservato che la geografia di Erodiano è alquanto confusa.
- ↑ Mosè di Corene (Stor. Armen. l. II c. 71) illustra questa invasione della Media sostenendo, che Cosroe Re dell’Armenia disfece Artaserse e lo inseguì fino ai confini dell’India. Le imprese di Cosroe sono state esagerale; ed agì come dipendente alleato dei Romani.