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dell'impero romano cap. viii. 309

la facil conquista. Abgaro, ultimo Re di Edessa, fu mandato a Roma in catene, il suo regno fu ridotto in provincia, e la Capitale onorata col titolo di colonia. Così i Romani, quasi dieci anni avanti la rovina dell’Impero dei Parti, acquistarono di là dall’Eufrate un fermo e permanente stabilimento1.

[A. D. 230] La prudenza insieme e la sete di gloria avrebbero potuto giustificare la guerra per parte di Artaserse, se le sue mire si fossero limitate alla difesa, o all’acquisto di una vantaggiosa frontiera. Ma l’ambizioso Persiano apertamente manifestò un disegno molto più vasto di conquistare, e si credè di poter sostenere l’alte sue pretensioni con le armi della ragione insieme e della forza. Ciro, egli diceva, avea il primo soggiogata ed i successori avean posseduta per lungo tempo tutta l’estensione dell’Asia fino alla Propontide ed al mare Egeo. Sotto il loro Impero, le province della Caria e della Jonia erano state governate dai Satrapi persiani, e tutto l’Egitto fino ai confini dell’Etiopia avea riconosciuta la loro sovranità2. Una lunga usurpazione aveva sospesi, ma non distrutti questi diritti; e non appena egli ebbe ricevuto il diadema persiano, che la nascita ed il fortunato valore messo gli aveano sopra la fronte, il principal dovere del suo posto lo richiamò a ristabilire gli

  1. Questo regno, da Osroe, che dette un nuovo nome al paese, fino all’ultimo Abgaro avea durato 353 anni. Vedi l’erudita opera del Sig. Bayer, Historia Osrhoena et Edessena.
  2. Senofonte, nella prefazione alla Ciropedia, dà una chiara e magnifica idea dell’estensione dell’Impero di Ciro. Erodoto (l. III c. 79 ec.) entra in una curiosa e particolar descrizione delle venti grandi Satrapie, nelle quali l’Impero persiano fu diviso da Dario Istaspe.