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storia della decadenza |
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e filosofo dei Persiani1, era sempre venerata nell’Oriente; ma il linguaggio antiquato e misterioso nel quale era composto lo Zendavesta2, apriva un campo di controversie a settanta differenti Sette, che variamente spiegavano le dottrine fondamentali della loro religione, ed erano tutte egualmente derise da una moltitudine di infedeli, i quali rigettavano la divina missione ed i miracoli del Profeta. Il pio Artaserse chiamò i Magi da tutte le parti del suo Impero per sopprimere gl’idolatri, unire gli scismatici, e confutare gl’increduli con l’infallibile decisione di un concilio generale. Questi preti che sì lungamente avean gemuto nel disprezzo e nell’oscurità, obbedirono al grato invito; ed in numero di quasi ottantamila comparvero tutti nel giorno prefisso. Ma siccome le discussioni di una assemblea così tumultuosa non avrebbero potuto essere regolate dalla autorità della ragione o dirette dall’arte della politica, il Sinodo persiano fu con successive operazioni ridotto a quarantamila, a quattromila, a quattrocento, a quaranta, e finalmente a sette magi i più
- ↑ Hide e Prideaux fabbricando una Storia molto curiosa sopra le leggende persiane e le loro proprie congetture, rappresentano Zoroastro come contemporaneo di Dario Istaspe. Ma basta osservare che gli Scrittori greci, i quali vivevano quasi nel secolo di Dario, si uniscono nel riferire l’Era di Zoroastro a più centinaia ed ancor migliaia di anni avanti. Il Sig. Moile, critico giudizioso, conobbe e sostenne contro Prideaux suo zio l’antichità del Profeta persiano. Vedi le sue opere, Vol. II.
- ↑ Quell’antico idioma fu chiamato Zend. Il linguaggio dei commentarj, Pehlvi, benchè molto più moderno, non è però da molti secoli in poi una lingua viva. Questo fatto solo (se fosse autentico) basterebbe a provare l’antichità di quegli scritti, che il sig. d’Anquetil ha portati in Europa, e tradotti in francese.