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lettere, e non delle armi; ma sì pieghevole era l’ingegno di quel grand’uomo, che quando fu creato Prefetto del Pretorio, soddisfece ai suoi doveri militari con pari vigore ed abilità. Aveano i Persiani invasa la Mesopotamia, e minacciavano Antiochia. Alle persuasive del suocero, il giovane Imperatore lasciò le delizie di Roma, aprì (per l’ultima volta di cui faccia menzione la storia) il Tempio di Giano, e marciò in persona verso l’Oriente. Al suo arrivo con numeroso esercito, levarono i Persiani le loro guarnigioni dalle città che aveano già prese, e si ritirarono dall’Eufrate fino al Tigri. Ebbe Gordiano il piacere di annunziare al Senato il primo successo delle sue armi, che egli con dovuta modestia e gratitudine attribuiva alla prudenza del suo padre e Prefetto. Vegliò Misiteo, durante quell’impresa, alla salvezza e disciplina dei soldati, e prevenne le loro pericolose lagnanze, conservando una continua abbondanza nel campo, e mantenendo in ogni città della frontiera ampj magazzini provveduti di aceto, di carni salate, di paglia, di orzo e di grano1. Ma la prosperità di Gordiano spirò con Misiteo, che morì di una dissenteria non senza grave sospetto di veleno. Filippo, suo successore nella Prefettura, era Arabo di nascita, ed era stato per conseguenza ne’ suoi primi anni ladro di professione. Il suo innalzamento da uno stato sì oscuro alle prime cariche dell’Impero prova quanto quegli fosse ardito ed abile condottiero. Ma l’ardir suo lo fece

  1. Stor. Aug. 162, Aurel. Vittore, Porfirio in vita Plotini ap. Fabricium, Biblioth. graeca l. IV c. 36. Il filosofo Plotino accompagnò l’esercito, mosso dal desiderio d’istruirsi e di penetrare nell’India.