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dell'impero romano cap. vii. 269

Le virtù e la riputazione dei nuovi Imperatori giustificavano le più ardenti speranze dei Romani. Dalla varia natura dei loro talenti parea fatto ciascuno pel suo particolare dipartimento di pace o di guerra, senza dar luogo ad una gelosa emulazione. Balbino era un oratore stimato, un poeta illustre, ed un saggio magistrato, che aveva esercitata con integrità e con applauso la civile giurisdizione in quasi tutte le interne province dell’Impero. La sua nascita era nobile1, ricco il suo patrimonio, liberali ed affabili le sue maniere, L’amor del piacere veniva in lui corretto da un sentimento di dignità; e gli agi non l’avean privato della capacità necessaria per gli affari. L’animo di Massimo era alquanto più rozzo. Dal più basso stato si era, con il valore ed il senno, innalzato alle prime cariche dello Stato e dell’esercito. Le sue vittorie contro i Sarmati ed i Germani, l’austerità della sua vita, e la rigida imparzialità della sua giustizia, quando fu Prefetto della città, gli acquista-

    nato. La data è sicuramente falsa: ma è facile di correggere questo sbaglio, riflettendo che si celebravano allora i giuochi Apollinari.

  1. Discendeva da Cornelio Balbo, nobile spagnuolo, e figlio adottivo di Teofane, Storico greco. Balbo ottenne il diritto di cittadinanza pel favor di Pompeo, e lo conservò per l’eloquenza di Cicerone (Vedi orat. pro Corn. Balbo). L’amicizia di Cesare, al quale egli rendè in secreto importanti servigi nella guerra civile, gli procurò le dignità di Console e di Pontefice, onori dei quali niun forestiero era stato peranco rivestito. Il nipote di questo Balbo trionfò dei Garamanti. Vedi il Dizionario del Baile alla parola Balbo. Questo giudizioso scrittore distingue varj personaggi di tale nome, e rileva con la sua ordinaria esattezza, gli abbagli di coloro che hanno trattato lo stesso soggetto.