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dell'impero romano cap. vii. |
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palazzo in Roma, anticamente abitato dal gran Pompeo, era stato per varie generazioni posseduto dalla famiglia dei Gordiani1. Era esso adornato d’antichi trofei di vittorie navali, e decorato di pitture moderne. La di lui villa, sul cammin di Preneste, era celebre per i bagni di singolare bellezza ed estensione, per tre magnifiche sale di 100 piedi di lunghezza; e per un superbo portico sostenuto da 200 colonne delle quattro più rare e più stimate specie di marmo2. I pubblici spettacoli fatti a sue spese, e nei quali il popolo fu divertito da molte centinaia di fiere e di gladiatori3, sembrano superiori alla condizione di un privato, e mentre la liberalità degli altri Magistrati si ristringeva a poche solenni feste in Roma, la magnificenza di Gordiano, quand’egli era Edile, fu rinnovata ogni mese nell’anno, ed estesa, nel suo Consolato, alle principali città
- ↑ Stor. Aug. p. 152. Marco Antonio s’impadronì della bella casa di Pompeo, in carinis. Dopo la morte del Triumviro essa fece parte del dominio imperiale. Traiano permise ai Senatori opulenti di comprare questi magnifici palazzi già divenuti inutili al Principe (Plinio Panegir. c. 50.) Allora probabilmente il bisavolo di Gordiano acquistò la casa di Pompeo.
- ↑ Queste quattro specie di marmo erano il claudiano, il numidico, il caristio, ed il sinnadio: non sono stati molto ben descritti i loro colori per poterli esattamente riconoscere. Sembra però che il caristio fosse un verdemare, e che il sinnadio fosse un bianco mischiato di macchie di porpora ovali. Vedi Salmasio, ad Hist. Aug. p. 164.
- ↑ Stor. Aug. p. 151 152. Faceva talvolta comparir sull’arena cinquecento coppie di gladiatori, e non mai meno di centocinquanta: dette egli una volta per l’uso del Circo cento cavalli Siciliani ed altrettanti della Cappadocia. Gli animali per le cacce erano orsi, cignali, tori, corvi, alci, asini selvaggi ec. Pare che i leoni e gli elefanti fossero riservati per l’imperiale magnificenza.