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dell'impero romano cap. vii. | 253 |
Massimino, chè tale era il suo nome, benchè nato sulle terre dell’Impero, discendea da una mista razza di Barbari. Suo padre era Goto, e sua madre della nazione degli Alani. Mostrò in ogni occasione un valore eguale alla sua robustezza; e la pratica del Mondo moderò ben presto, o mascherò la sua nativa fierezza. Sotto il regno di Severo e del figlio ottenne il grado di centurione col favore o colla stima di ambidue questi Principi, il primo dei quali era eccellente conoscitore del merito. La gratitudine impedì Massimino di servire sotto l’assassino di Caracalla, e l’onore gl’insegnò ad evitare gli effeminati insulti di Elogabalo. All’avvenimento di Alessandro ritornò alla Corte, ed ottenne da questo Principe un posto utile al pubblico servizio, ed onorevole a se medesimo. La quarta legione, della quale era stato fatto tribuno, presto divenne, sotto la sua cura, la meglio disciplinata di tutto l’esercito. Con il generale applauso dei soldati, che davano al loro favorito eroe i nomi di Aiace e d’Ercole, egli fu successivamente promosso al primo militare comando1, e se non avesse sempre ritenuto un po’ troppo la rozzezza della sua barbara origine, forse l’Imperatore avrebbe data la sua propria sorella in consorte al figlio di Massimino2.
Questi favori, invece di accrescere la fedeltà, ser-
- ↑ Stor. Aug. p. 140. Erod. l. VI p.223, Aurel. Vittore. Paragonando questi autori, sembra che Massimino avesse il comando particolare della cavalleria Triballiana, e la commissione di disciplinare le reclute di tutto l’esercito. Il suo biografo avrebbe dovuto più accuratamente indicare le sue imprese, ed i diversi gradi, pei quali egli passò.
- ↑ Vedi la lettera originale di Alessandro Severo. Storia Aug. p. 149.