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250 | storia della decadenza |
sto espediente (qualunque egli sia) che toglie alla moltitudine il pericoloso, e veramente ideale potere di eleggersi da sè stessa un padrone.
All’ombra e nel silenzio del ritiro si possono facilmente inventare diversi sistemi di governo, nei quali lo scettro debba costantemente essere conceduto al membro più degno dal libero ed incorrotto suffragio della intera nazione. L’esperienza rovina questi aerei edifizj, e mostra che in una grande società l’elezione di un Monarca non può mai dipendere dalla più saggia o dalla più numerosa parte del popolo. La milizia è il solo ordine d’uomini sufficientemente uniti per accordarsi in un medesimo sentimento, e potente assai per farlo adottare al resto dei loro concittadini. Ma il carattere dei soldati, avvezzi alla violenza insieme ed alla schiavitù, li rende affatto incapaci di essere i custodi d’una legale o anche civile costituzione. La giustizia, l’umanità, o la prudenza politica sono qualità troppo ignote ad essi, perchè le rispettino negli altri. Il coraggio soltanto acquisterà la stima loro, e la liberalità comprerà i loro voti; ma il primo di questi meriti spesso si trova nei petti più feroci, e il secondo non si può dimostrare, che a spese del Pubblico, e l’ambizione di un intraprendente rivale può rivoltarli ambidue contro il possessore del trono.
La superiore prerogativa della nascita, confermata dal tempo e dall’opinione popolare, è la più semplice e meno invidiata di tutte le distinzioni tra gli uomini. Un riconosciuto diritto estingue le speranze della fazione, e la coscienza della propria sicurezza disarma la crudeltà del Monarca. Noi dobbiamo al saldo stabilimento di questa idea la successione pacifica, e la mite amministrazione delle monarchie europee. Alla