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226 | storia della decadenza |
Ma la cura più importante di Mammea e dei saggi suoi consiglieri fu l’educazione del giovane Imperatore, le cui qualità personali doveano fare la felicità, e la miseria del Mondo romano. La fertilità del suolo secondava, e quasi preveniva la mano coltivatrice. L’eccellente intendimento di Alessandro lo persuase ben presto dei vantaggi della virtù, del piacere d’istruirsi, e della necessità del lavoro. Una dolcezza ed una moderazione naturale lo preservarono dagli assalti della passione, e dalle attrattive del vizio. Il suo inviolabile rispetto per la madre, e la sua stima pel saggio Ulpiano difesero l’inesperta sua giovanezza dal veleno dell’adulazione.
La semplice descrizione delle giornaliere sue occupazioni presenta il bel quadro di un perfetto Monarca1, e col dovuto riguardo alla differenza dei costumi, meriterebbe l’imitazione dei Principi moderni. All’alba si levava Alessandro: i primi momenti della sua giornata erano consacrati alla privata devozione, e la sua cappella domestica era ripiena delle immagini di quegli Eroi, che perfezionando e riformando l’umana vita, aveano meritata la grata venerazione della posterità. Ma essendo egli persuaso, che il servire agli uomini era il culto più grato agli Dei, impiegava la maggior parte della mattina nel suo Consiglio, dove discuteva i pubblici affari, e decideva le cause private con una pazienza, ed una saviezza superiori alla sua età.
- ↑ Vedi la sua Vita nella Stor. Aug. Il compilatore senza alcun discernimento ha sepolto questi interessanti aneddoti sotto un ammasso di circostanze frivole e triviali.
mettevano nel consiglio alcuni abili giureconsulti, ed alcuni Senatori esperti, i quali davano separatamente il loro parere, ch’era poi messo in iscritto.