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letto. Pallade era stata da principio eletta per sua consorte; ma temendosi che il guerriero aspetto di lei non atterrisse la molle delicatezza di un Nume della Siria, fu la Luna, che gli Affricani adoravano sotto il nome di Astarte, creduta più conveniente per essere consorte del Sole. La immagine di questa, con le ricche offerte del suo tempio, come per dote, fu trasportata con solenne pompa da Cartagine a Roma, e il giorno di queste mistiche nozze fu generalmente celebrato nella Capitale e per tutto l’Impero1.

Un voluttuoso, che non abbia rinunziato alla ragione, segue con invariabil rispetto i moderati dettami della natura, ed accresce i diletti del senso col sociale commercio, coi dolci legami, e con i delicati colori del gusto e dell’immaginazione. Ma Elagabalo, (parlo dell’Imperatore di questo nome) corrotto dalle passioni della gioventù, dai costumi della sua patria, e dalla propria prosperità, si abbandonò ai piaceri più grossolani con isfrenato furore, e trovò presto la sazietà e la nausea nei mezzo dei suoi godimenti. Si chiamarono in soccorso tutti gl’irritanti rimedj dell’arte: una moltitudine confusa di donne, di vini e di cibi, e la ricercata varietà d’atteggiamenti lascivi e di salse servivano a ravvivare i suoi languenti appetiti. Nuovi termini, e nuove invenzioni in queste scienze, le sole che il Sovrano coltivasse e proteggesse2, segnalarono il suo

  1. Dione l. LXXIX. p. 1360 Erodiano l. V p. 193. I sudditi dell’Impero furono obbligati a fare ricchi regali ai nuovi sposi. Mammea dipoi esigè dai Romani tutto quel ch’essi avevan promesso, vivente Elagabalo.
  2. La scoperta di un nuovo intingolo era magnificamente ricompensata; ma se questo non piaceva, l’inventore era condannato a non mangiare altro che di quel piatto, finchè non