Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
212 | storia della decadenza |
Mesa, di lei sorella ebbe ordine di lasciare la Corte ed Antiochia. Si ritirò in Emesa con immense ricchezze, frutto di un favor di vent’anni, accompagnata da due figliuole, Soemia e Mammea, ciascuna delle quali era vedova, ed aveva un sol figlio. Bassiano, che tale era il nome del figlio di Soemia, si era consacrato all’onorevole ministero di gran sacerdote del Sole; e questo stato, abbracciato per prudenza, o per superstizione, contribuì ad innalzare il giovane siro all’Impero di Roma. Un numeroso corpo di truppe era stanziato in Emesa; e siccome la severa disciplina di Macrino le costringeva a passare l’inverno nel campo, erano ansiose di vendicarsi della crudeltà di quelle insolite fatiche. I soldati, che concorrevano in folla al tempio del Sole, riguardavano con venerazione e piacere l’abito e la figura elegante del giovane Pontefice: vi riconobbero, o crederono di riconoscervi le fattezze di Caracalla, di cui adoravano ancor la memoria, L’artificiosa Mesa si avvide con piacere di questa nascente parzialità, e prontamente sacrificando la riputazione della sua figlia alla fortuna del suo nipote, fe correr la voce, che Bassiano era figlio naturale del loro ucciso Sovrano. Le somme distribuite con mano liberale dagli emissarj di lei, dileguarono ogni obbiezione, e questa larghezza provò sufficientemente la parentela, o almeno la somiglianza di Bassiano con Caracalla. Il giovane Antonino (giacchè egli prese e disonorò questo venerabile nome) fu dichiarato Imperatore dalle truppe di Emesa, attestò il suo ereditario diritto, ed invitò ad alta voce gli eserciti a seguitare
benchè men ripieno di particolarità, è qui più chiaro dell’orginale.