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un trono alzato con tanta fatica, assicurato con tanto sangue, e difeso coll’impiego di tante armi e di tanti tesori. Tenendo egli fra loro con mano imparziale la bilancia del suo favore, conferì ad ambidue il titolo di Augusto, col venerato nome d’Antonino, e per la prima volta il Mondo romano ebbe tre Imperatori1. Tuttavia questa condotta eguale non ad altro servì che ad animar la contesa, mentre il fiero Caracalla allegava i diritti della primogenitura, e Geta più moderato si guadagnava l’affetto del popolo e dei soldati. Tra le angustie di un padre deluso, Severo predisse che il più debole dei suoi figli cadrebbe vittima del più forte, il quale sarebbe poi rovinato dai proprj vizj2.

In questi frangenti ricevè Severo con piacere la notizia di una guerra nella Britannia, e di una invasione in quella provincia fatta dai Barbari del Settentrione. Benchè la vigilanza dei suoi Generali potesse essere bastante a rispignere il lontano nemico, risolse però di porre a profitto quell’onorevole pretesto, per allontanare i suoi figli dal lusso della capitale, che snervava i loro animi, ed irritava le loro passioni, e per assuefare la lor giovanezza alle fatiche della guerra e del comando. Non ostante la sua età avanzata (perchè aveva allora più di sessant’anni) e la gotta che l’obbligava a farsi portare in lettiga, si trasferì personalmente in quell’isola remota, accompagnato dai figli, da tutta la Corte, e da una formidabile armata. Passò immediatamente le muraglie di Adriano e di Antonino, ed entrò nel paese nemico con

  1. L’elevazione di Caracalla è fissata dall’esatto Tillemont all’anno 198; l’associazione di Geta all’anno 208.
  2. Erodiano l. III p. 130. Vedi le vite di Caracalla e di Geta nella Stor. Aug.