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dell'impero romano cap. v. | 183 |
di, ed a ridurre tutti i sudditi allo stesso comun livello di dipendenza assoluta. Il suo dispendioso gusto per le fabbriche, pei pomposi spettacoli, e soprattutto una distribuzione liberale e costante di grano e di provvisioni, furono i mezzi più sicuri di cattivarsi l’amore del popolo romano1. Si dimenticarono le sventure della guerra civile. Le province goderono un’altra volta una tranquilla e prospera calma, e molte città, ristabilite dalla munificenza di Severo, presero il titolo di sue colonie, ed attestarono con pubblici monumenti la loro gratitudine e felicità2. Questo guerriero e fortunato Imperatore3 rendè alle armi romane la loro riputazione, e con giusto orgoglio si vantò di avere ricevuto l’Impero oppresso da guerre straniere e domestiche, e di lasciarlo tranquillo in una pace profonda, universale, gloriosa4.
Benchè le ferite della guerra civile sembrassero perfettamente saldate, il suo mortal veleno corrompeva pe-
- ↑ Dione l. LXXVI p. 1272. Stor. Aug. p. 67. Severo celebrò i giuochi secolari con magnificenza straordinaria, e lasciò nei pubblici granai una provvisione di grano per sette anni, a ragione di 75,000 moggi. Credo ancor io che i granai di Severo fosser provvisti per un gran tempo, ma credo altresì che la politica insieme e l’ammirazione abbiano molto accresciuto il vero.
- ↑ Vedi il trattato di Spanemio sulle medaglie antiche, le iscrizioni, ed i dotti viaggiatori Spon, Wheleer, Shaw, Pocock ec. che hanno trovati più monumenti di Severo che di ogni altro Imperatore romano nell’Africa, nella Grecia e nell’Asia.
- ↑ Portò le vittoriose sue armi fino a Seleucia, ed a Ctesifone, capitali della monarchia dei Parti. Avrò occasione di parlare di questa guerra nel proprio suo luogo.
- ↑ Etiam in Britannis. Era questa la sua giusta ed enfatica espressione. Stor. Aug. 73.