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172 | storia della decadenza |
riconobbe unanimamente Severo per legittimo Imperatore, decretò gli onori divini a Pertinace, e pronunziò la sentenza di degradazione e di morte contro lo sventurato successore del medesimo. Fu Giuliano condotto in un appartamento privato dei bagni del palazzo, e decapitato come un vil delinquente, dopo di essersi comprato con immensi tesori un regno angustioso e precario di soli sessantasei giorni1.
La celerità quasi incredibile di Severo, che in sì breve tempo condusse una numerosa armata dalle rive del Danubio su quelle del Tevere, prova l’abbondanza delle provvisioni, prodotta dall’agricoltura e dal commercio, la bontà delle strade, la disciplina delle legioni, e l’indolente carattere delle conquistate province2.
Le prime cure di Severo furon rivolte a due oggetti, uno dettato dalla politica, e l’altro dal decoro; cioè la vendetta, e gli onori dovuti alla memoria di Pertinace. Avanti di cui entrare re in Roma, il nuovo Imperatore comandò, che i pretoriani disarmati, o con gli abiti di cerimonia, con i quali eran soliti di accompagnare il loro sovrano, aspettassero il suo arrivo in una vasta pianura vicino alla città. Fu obbedito da quello orgoglioso trup-
- ↑ Dione l. LXXIII p. 1240. Erodiano l. II p. 83. Stor. Aug. p. 63.
- ↑ Da questi sessantasei giorni convien prima sottrarne sedici, poichè Pertinace fu ucciso il 28 Marzo, e Severo probabilmente fu eletto il di 13 Aprile (Vedi Stor. Aug. p. 65 Tillemont Stor. degl’Imperatori tom. III p. 393 nota 7). Non si può accordare meno di dieci giorni, dopo la sua elezione, per mettere un numeroso esercito in moto. Rimangono quaranta giorni per questa rapida mossa; e siccome possiam computare quasi 800 miglia da Roma alle vicinanza di Vienna, l’armata di Severo fece venti miglia il giorno senza mai fermarsi.