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132 | storia della decadenza |
Senatore portava seco la perdita di tutti coloro, che potevano o piangere o vendicare il fato di lui; e quando Commodo ebbe una volta assaggiato il sangue umano, divenne incapace di pietà o di rimorso.
Tra tante innocenti vittime della tirannide, i più compianti furono i due fratelli Massimo e Condiano, della famiglia Quintilia. Il loro amore fraterno ha tolto i loro nomi all’obblio, e gli ha renduti cari alla posterità. Gli studi, le occupazioni, la carriera e fino i piaceri loro furono i medesimi. Godendo di un ricco patrimonio non mai ebber l’idea di separar gl’interessi: esistono ancora alcuni frammenti di un trattato che essi fecero insieme; e fu osservato in ogni azione della lor vita, che i loro corpi erano animati da una sol’anima. Gli Antonini, i quali stimavano le loro virtù, e si compiacevano della loro unione, gl’innalzarono nello stesso anno al consolato; e dipoi Marco Aurelio affidò alle loro unite cure il Governo civile della Grecia, ed il comando di un grande esercito, col quale riportarono una segnalata vittoria contro i Germani. Il barbaro Commodo con una crudele generosità gli unì nella morte1.
Dopo di avere sparso il sangue più nobile del Senato, il tiranno rivolse finalmente il suo furore contro il principal ministro delle sue crudeltà. Mentre Commodo nuotava nel sangue e nelle dissolutezze, confidava l’amministrazione dell’Impero a Perenne, ministro vile ed ambizioso, che aveva ottenuto quel posto coll’uccisione del suo predecessore, ma che possedeva grande a-
- ↑ In una nota sulla Stor. Aug. Casaubono ha raccolto gran numero di particolarità concernenti questi illustri fratelli. Vedi p. 96 del suo dotto Comment.