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storia della decadenza |
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rito personale nel più vile degli uomini1. Il Cupido degli antichi era, generalmente, una divinità molto sensuale; e gli amori di una Imperatrice, costringendola a fare essa prima le più aperte dichiarazioni, rade volte sono suscettivi di una gran delicatezza di affetti. Marco Aurelio pareva o insensibile ai disordini di Faustina, o il solo in tutto l’Impero che gl’ignorasse. Questi, atteso il falso pregiudizio di tutti i secoli, gettarono qualche disonore sopra l’offeso consorte. Egli promosse molti degli amanti di lei a cariche onorevoli e lucrose2, e per trent’anni continui le diede prove invariabili della più tenera confidenza e di un rispetto che non terminò se non con la di lei vita. Nelle sue Meditazioni Marco Aurelio ringrazia gli Dei, per avergli concessa una moglie così fedele, così amabile, e di una semplicità di costumi tanto maravigliosa3. Il Senato ossequioso la dichiarò Dea, alle sue premurose richieste. Era ella rappresentata, ne’ tempj a lei dedicati, con gli attributi di Giunone, di Venere e di Cerere, e fu decretato, che la gioventù dell’uno e dell’altro sesso andasse nel giorno nuziale a porger voti dinanzi all’altare della casta lor Protettrice4.
- ↑ „Faustinam satis constat apud Cayetam conditiones sibi, et nauticas et gladiatorias elegisse„. Stor. Aug. p. 30. Lampridio spiega qual sorta di merito piacesse a Faustina e le condizioni ch’essa esigeva; Stor. Aug. p. 102.
- ↑ Stor. Aug. p. 34.
- ↑ Meditazioni lib. I. Il Mondo si è riso della credulità di Marco, ma la sig. Dacier ci assicura (e ad una donna in ciò deve credersi) che il marito sempre sarà ingannato se la moglie sa dissimulare.
- ↑ Dione Cassio lib. LXXI p. 1195. Stor. Aug. p. 33. Com-