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dell'impero romano cap. ii. 71

Nelle Repubbliche di Atene, e di Roma, la modesta semplicità delle case private annunziava l’egual condizione della libertà, mentre la sovranità del popolo si spiegava nei maestosi edifizj destinati all’uso pubblico1; nè questo spirito repubblicano si spense affatto per l’introduzione dell’opulenza e della monarchia. Gli Imperatori più virtuosi godevano di mostrare la loro magnificenza soltanto nelle fabbriche fatte per l’onore e per l’utile della nazione. L’aureo palazzo di Nerone eccitò una giusta indignazione, ma l’istesso terreno usurpato dal suo sfrenato lusso, fu più nobilmente occupato sotto i successivi regni dal Colosseo, dai bagni di Tito, dal portico di Claudio o dai tempj dedicati alla Pace od al Genio di Roma2. Questi monumenti di architettura, proprietà del Popolo romano, erano adornati dalle più belle produzioni della greca pittura e scultura; e nel tempio della Pace si aprì una libreria molto rara alla curiosità dei letterati. Poco lungi di là sorgeva il Foro di Trajano. Questo era di forma quadrangolare, circondato da un alto portico, nel quale quattro archi trionfali aprivano un ingresso nobile e

    La vita di Erode nel XXX tom. dell’Accademia dell’Iscrizioni.

  1. Questa osservazione è principalmente applicata alla Repubblica ateniese da Dicearco De statu Graeciae, p. 8. Inter geograph. minores edit. Hudson.
  2. Donato de Roma vetere l. III c. 4 5 6. Nardini Roma antica lib. III II 12 13 e un manuscritto che contiene una descrizione di Roma antica fatta da Bernardo Oricellario, o Rucellai, della quale ho ottenuto una copia dalla libreria del canonico Riccardi a Firenze. Plinio parla di due celebri quadri di Timante e di Protesene posti, per quel che sembra, nel tempio della Pace. Il Laocoonte fu trovato nelle Terme di Tito.