Pagina:Gianni di Parigi.djvu/27


ATTO SECONDO 25

SCENA II.

Il Siniscalco, indi Pedrigo.


Sin.

15Un’ora e forse più!... corpo di bacco!
La principessa aspetti quanto vuole:
Peggio per lei. Ma io non son sì pazzo:
Non vo’ che detto sia
ch’ io son morto di fame all’osteria.
Locandiere!

Ped.

                       20Eccellenza.

Sin.

Ascolta in confidenza:
Ho bisogno di te.

Ped.

Comandi pure. (Che vorrà da me?)

Sin.

Tu conosci chi sono?

Ped.

25Un illustre e degnissimo soggetto.

Sin.

Sai qual merto rispetto?

Ped.

Infinito, eccellenza.

Sin.

                                     Un siniscalco
Non si abbassa a pranzar con uom volgare.

Ped.

Io non c’entro. Farà quel che le pare.

Sin.

30Dunque segretamente ed all’istante
Preparami la mensa in questa stanza:
Pranzerò da me solo.

Ped.

                                       Mi rincresce
Che il pranzo sarà magro, e magro assai.

Sin.

Magro! che dici mai?

Ped.

35I cuochi del borghese
Han preso il buono e il bello, e sequestrato
Tutto quanto ella vede; e non rimane
Ch’ova... formaggio... e pane.

Sin.

                                                 E nulla più?

Ped.

(La stenta a mandar giù.)

Sin.

                                Crudel cimento!