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22 | ATTO |
SCENA ULTIMA.
Gianni, Oliviero e detti.
Gia.
Cacciarmi! più gentile
Io credo la beltà.
(la Prin. e Gian. esaminano vicendevolmente. Intanto Oliv. si appressa a Lor. e si trattiene scherzosamente con lei)
Pri.
(Non m’inganno: il prence è quello:
A’ miei sguardi invan si cela:
420Quel sembiante assai lo svela
Pien di grazia e nobiltà.)
Gia.
(Ah! se come il volto ha bello,
Egualmente ha bello il core,
Sospirar, languir d’amore
425A’ suoi piedi mi vedrà.)
Pri.
(S’ella è sana di cervello,
Se d’onor le voci ascolta,
Tutte quante in una volta
Il briccon le pagherà.
Ped.
430(Chi sa mai dove il flagello
A cader andrà fra poco?
Se sua altezza prende foco
Male assai per tutti andrà.)
Oli.
Non fuggite, o viso bello,
435D’ingannar non son capace:
Sono, è vero, un po’ vivace,
Ma fedele alla beltà.
Lor.
Signorino, andiam bel bello,
Io non credo al vostro omaggio:
440So che amor nel cor d’un paggio
Presto viene, e presto va.
Gia.
Chiedo scusa se mi avanzo
Alla buona e con franchezza,
Ma sapendo che da pranzo
445Qui non c'è per vostra altezza,