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Mi I il Uff S« Hi é, ■d ni 0 0 ià ini 0 là l4‘ tlt 0 4 ,i> i .Ignoranza.' tf Fiamma( 'unicoJplcndor della tton Lateranenfe) in quei due verfi, vu- - -» Virtù diuina,à Dio canto diletta, (ftro J Quato fcriucr nò può terreno iochio- Et con la gratia diurna non fi acquifia la gloria eternai Chi dunque farà così mentecatto >ch e non bramile procuri dejfer eternamente beato?La qual beatitudine cornin eia dalla cono faenza di fefleffo.Perche ere* chl no? cfir r ”: ■ J J J JJ . noftefe flef de te voiyC begli animali refi ino perfemprc fi fijfi fimi feruij e 'fichi aui dell'h uomo ? perche efii non iea brutl * conofconofe sì efii, ne la l fiercZ- • - za. Il cauallo non mai potrebbefi domar col fieno,colmorfio, con gli egli conofcejfe la fua ferocia. Chi dunque non c on ofe e fe sì effo, il che all’hu omo s appartiene fi fafimilea' bru dafii in preda alle brutture del peccato. Là onde , per la fuperbta fi zia famigliando - al fiero Leone,per l'inuidia al rauco Cerno,y peri ira al Can rabbiofo ,per la gola al Lupo rapace,per la Ufi tuia allofquamofo Por- - rco,per' l'olio aiT affo finn acch eper l'a- ,uaritia all'infitti ab il fangu finga . Et per tuentur a tutto ciò volle mani fe far fittalo ^ •*, - J -•* t • ‘‘ V* - - *• *- - • ► • J Digitalizzato dyppgie