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DEL MEDESIMO.


CC Ome silvestre salice a' fecondi
     Arbori cede, e a' più pregiati
          allori;
     E i rauchi corni a' bei cigni canori;

E a' puri, e cghiari fonti i stagni immondi:
Così l'alto saper de' più fecondi,
E dotti spirti, le palme, gli honori
Cede, o dotta ignoranza, a' tuoi splendori,
E a' bei pensier, ch'in te chiudi, e nascondi.
Come superba mole ergersi al Cielo,
Se stsabil fondamento a lei l'industre
Architetto non fa, contende in vano:
Cosi, dotta ignoranza, il ricco velo
De le scienze vestir, senza l'illustre
Scorta di te, non puote ingegno humano.