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se preferiva farsi medicare dall’infermiere. Mi rispose: «Perchè? Lei lo farà con maggior gentilezza».
Noto pure in quasi tutti una grande delicatezza d’altro genere. E’ raro che un soldato vi dia da impostare una lettera senza francobollo o, anche se siamo restie ad accettarlo, senza l’equivalente. Perfino quel povero ragazzo dalle due mani fasciate che sembrano due palloni... Io avevo intascato la lettera scritta per lui, e m’ero messa ad occuparmi d’altro. Quando fui per andarmene, egli mi chiamò; e vidi un francobollo da venti posato sopra uno di quei palloni...
A volte mi rimprovero di passare troppo rapidamente da un letto all’altro, da una sala all’altra, in cerca di lavoro, mentre forse sarebbe meglio fermarsi un po’ di più, per l’assistenza morale.
Il guaio, spesso, è che, fintanto sono a letto, sono in troppi riuniti. Chissà che cosa passa in certi animi? A volte ve ne sono di così taciturni, che vengono canzonati dai compagni e ritenuti stupidi. Eppure rammento uno di questi, un calabrese, che amava andare nella sala dei bambini, e aiutare a reggerli durante le medicazioni. E, per calmare le loro grida, ritrovava la parola.
Quando, abbasso, mi domandano le cartelle cliniche del tale e del tal altro, (segno che la commissione ha ratificato il parere del colonnello, e che la partenza è imminente) provo sempre un senso come di rimpianto per qualchecosa di mancato.
Li 25. — Ierlaltro il Presidente ci aveva convocate per dirci che i nuovi richiami rendono più difficile il ser-