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del mio dramma ne furono ordinate sei... Gli è l'ultima recita della compagnia... e i comici... tu mi intendi... non avranno difficoltà a cederci per poco danaro questa parte del loro equipaggio!
Carlo, per tutta risposta si gettò nelle braccia dell'amico, e indi a poco i due giovani si separarono coll'animo tripudiante di sublimi emozioni.
Quel giorno il Lanfranchi doveva pranzare cogli artisti della compagnia drammatica.
Verso le ore quattro, egli si recò dunque ad un modesto alberghetto a poca distanza dal teatro, dove era atteso dalla scapigliata comitiva.
Quando Eugenio pose il piede nella sala da pranzo, uno degli attori stava leggendo ad alta voce in un foglio teatrale, giunto quella mattina da Milano la seguente notizia:
«Le compagnie drammatiche hanno fornito all'armata dei volontari italiani un numeroso contingente. Fra i molti che disertarono dall'arte per militare sotto le insegne gloriose si citano gli attori: Francesco Benincasa ed Enrico Brissoni, Pagani, Belli-Blanes, Schmit, Lavaggi, De-Martini, Bozzo, Pesaco, Mazzoni, Bajesi e Bisi. A questi voglionsi aggiungere Tito Taddei e Napoleone Straccia, G. Mozzidolfo, Carlo Zannini, Luigi Mazzoli ed Antonio Bellotti. Anche dal Circolo Ciniselli di Milano è disertato il fratello di Achille Majeroni. Quest'ultimo ha già dato un figlio al contingente dell'esercito. I grandi esempi di Gustavo Modena non andarono perduti. Questa eletta generazione di artisti che crebbe alla scuola dell'attore insuperabile, doveva necessariamente ispirarsi alle tradizioni patriotiche lasciate da lui.»
— Viva Gustavo Modena!
— Viva gli artisti italiani!
— Viva la guerra!
— Viva l'Italia!...
Tali furono i gridi che proruppero dalla comitiva, appena terminata la lettura di quel breve articolo.
— Eh! sicuro... il giornale ha ragione! — disse la madre nobile con sussiego — tutto quel poco di buono che ci resta nell'arte... e nella politica... è