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che vede più giusto? — Curviamo la testa dinanzi a questi martiri predestinati che profondono il loro sangue. A ben considerare, essi non hanno che un solo torto, quello di esser pochi. Non per questo abbiamo noi diritto di ammonirli che essi spendono il loro entusiasmo e la loro vita a profitto di una turpe ed ignobile maggioranza che, pure disconoscendoli, farà traffico dei loro sacrifizii per amplificare la propria potenza. La società è orribilmente viziata e incadaverita. Essi rappresentano l'avvenire.
V.
Alla lettura di quelle scene concitate e frementi, sul volto di Carlo si alternavano i pallori e le fiamme vivaci dell'entusiasmo.
Il dramma toccava la fine. Eravamo al punto in cui l'eroina dell'azione, strappato il figlio dalle branche di uno zio paolotto che si era attentato di impedirgli la partenza pel campo, fa sventolare una bandiera tricolore, e si volge alle madri italiane per animarle a seguire il di lei esempio.
Il Lanfranchi declamava quel brano drammatico coll'enfasi di un autore che si attende l'applauso: «Tu sei come me, Edoardo!... La voce di tua madre ha trionfato sulle arti dei rettili immondi che ti stringevano al piede... Essi non sono riusciti a contaminare la tua giovinezza... La voce di una madre ha parlato al tuo cuore più fortemente che non quella di un falso Dio! — Volevano farti credere di non essere abbastanza vigoroso per sopportare i disagi e le fatiche del campo! Ma io... tua madre... io che ti ho data la vita... saprò ben io infonderti la forza che ti abbisogna!...»
— Sublime! interruppe Carlo, balzando dalla seggiola, e percorrendo la camera a passo agitato.
— «Noi andremo insieme dove ci chiama la voce del cannone... la vera voce di Dio!... Tua madre ti starà a lato... per sorreggerti, per infonderti coraggio... e se una palla nemica colpisce il tuo petto... io raccoglierò il tuo cadavere con orgoglio... e lo porterò di città in città, di villa in villa, di contrada in contra