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baldino? — prese a dire il Lanfranchi con qualche esitazione... Ebbene: io ti ho portata la camicia rossa... ho pensato a te...
— Davvero?!
— Un momento... Non bisogna... per ora... prendere il discorso alla lettera... Prima che la guerra incominci noi avremo tempo di indossare la santa divisa del garibaldino e di recarci sul luogo dell'azione... Frattanto io ho creduto di far bene adoperandomi a suscitare negli altri quell'ardore che pur troppo nella città nostra è condiviso da pochissimi. A tale scopo ho scritto un dramma che domani dev'essere rappresentato all'anfiteatro...
— E questo dramma porta per titolo?...
— La partenza dei Volontari!...
— Me ne avevano parlato, ma ero lontano dall'immaginare che tu ne fossi autore... Bravo! Ottimamente! A maraviglia!... Io comprendo il tuo pensiero!... Tu vuoi scuotere l'apatia dei nostri concittadini... vuoi eccitare la gioventù... trascinarla a seguirti... o piuttosto a seguirci... perchè io... ve'! io l'ho già bello e fissato il mio piano... Fra tre o quattro giorni, sano o malato, con o senza permesso del medico e della famiglia, io troverò ben modo di portarmi al quartiere di Garibaldi e di prendere il mio fucile!
Lanfranchi era umiliato da quell'enfasi, e seco medesimo si maravigliava di non aver concepita l'idea di arruolarsi fra le schiere dei volontarii prima che l'amico gli ricordasse, col suo vigoroso e nobile linguaggio, un tale dovere.
Ma il giovane convalescente aveva accolta colla massima buona fede la giustificazione dell'amico. Si era lasciato convincere che il pensiero di scrivere un dramma per suscitare l'entusiasmo bellicoso dei concittadini era degno di un'anima grande e fieramente patriotica.
Dopo qualche esitazione, il Lanfranchi si levò di tasca il manoscritto, e diede principio alla lettura.