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lia, e grosso benefizio, con obbligo di messa quotidiana, e libera di poi l'intera giornata. Io amo la vita campestre, amo la caccia, amo le allegre brigate; se riesco a compiere il corso degli studi, dopo, come dice mio padre, comincierà la cuccagna. Tutto sta a passare gli esami: ho ancora sette anni da combattere, ancora sette anni da sgobbare sui libri; poi addio latino! addio greco! addio arte oratoria e prosodia! per dir la messa non c'è bisogno di tanta scienza... basta saper leggere il messale. Io non so perchè questi nostri professori pretendano infonderci tanta dottrina!

«Si dovrebbe distinguere tra chierico e chierico: non tutti aspirano a diventare predicatori o teologi, od arcivescovi.

«La scienza, per noi che dobbiamo vivere in campagna, è un ornamento superfluo. L'anno scorso, quando il professore mi regalò una seconda in litteris, mio padre gliela ha cantata chiara, e gli ha detto senza preamboli quel che gli andava detto: cioè, che per essere buon prete, non è mestieri saper distinguere gli esametri dai pentametri, le vocali lunghe delle brevi. Oh che? dovrà egli, mio figlio, scandere i versi ai paesani? o battezzare i bambini con degli endecasillabi? Non basta, per intendersela con Domeneddio, saper leggere il latino del breviario? Dai pulpiti si fanno dei commenti alla Divina Commedia, o non piuttosto si spiega ai fedeli il Catechismo? Il professore tentò resistere alla eloquenza di mio padre; ma il padre confessore si interpose, e disse che io m'era un bravo figliuolo, e che avendo ottenuto la eminenza in moribus, non era giusto ch'io fossi condannato a ripeter l'anno per qualche fallo di latino. Fatto è che, entrando quest'anno in seminario, fui avanzato alla classe di rettorica maggiore, e spero tirar via dritto anche in questi sette anni di purgatorio... e poi... poi il paradiso promesso da mio padre.»

— Vorrei un po' sapere di codesto paradiso, — gli chiesi una volta; io credeva che la vita del prete dovesse essere un continuo sacrifizio, una lotta terribile contro le tentazioni del mondo, del demonio e della carne.