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che non levasse il cappello. L'arcivescovo era tedesco e si chiamava Carlo Gaetano conte di Gaisruk; il vicerè si firmava Rainieri. Nel 1840, i figli di quest'ultimo, due figuri lunghi e rasi sotto la nuca, venivano salutati al corso con qualche affettazione di rispetto e berteggiati dietro le spalle a voce bassa. — Gli uffiziali austriaci portavano l'abito borghese. — Il governatore, il conte Pachta, il Torresani, il Bolza, godevano di una autorità illimitata. — C'era un casino di Nobili e un casino di Negozianti, rivaleggianti di supremazia.
L'aristocrazia e il commercio si guardavano biecamente. I giovanotti di buon genere si ubbriacavano di Porto e di Madera, e da ultimo si suicidavano coll'absinzio. Questa atroce bevanda si introdusse a Milano verso il 1840. — La moda dei mustacchi e della barba completa incontrava degli oppositori pertinaci e accaniti. Molti padri di famiglia tenevano il broncio ai figliuoli od ai nipoti per una leggiera insubordinazione di peli. Due fratelli Clerici rappresentavano le più belle e più complete barbe di Milano. I vecchi, gl'impiegati, e in generale, tutti i così detti uomini seri, si radevano scrupolosamente dal naso al gozzo. Gli studenti che portassero barba o mustacchi rischiavano compromettere il loro avvenire; ordinariamente venivano rinviati dall'esame, od anche eliminati dalla scuola.
Tre quarti della popolazione non conosceva altro mondo, fuori di quello rinchiuso entro il circuito dei bastioni. La attivazione della ferrovia fra Monza e Milano fu un avvenimento colossale, che parve prodigio. Si udivano dei vecchi esclamare: Ora che ho veduto questa meraviglia, sono contento di morire! e parecchi morirono infatti. L'apertura del caffè Gnocchi in Galleria De Cristoforis inspirava due lunghi articoli alla Gazzetta di Milano; quasi altrettanto rumore levò l'apertura del caffè dei Servi, e più tardi l'inaugurazione della bottiglieria di San Carlo.
I Café-restaurants non esistevano prima del 1840 — nel 1847 si contavano sulle dita. La colazione di lusso consisteva in un caffè e panera con due chiffer o pannini