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nora Felicita moglie dell'albergatore possiede il segreto.
Teobaldo Brentoni, procedendo nel suo viaggio, pervenne all'albergo del signor Galbiati verso mezzanotte.
Tutti erano coricati, e dormivano del sonno più profondo.
Teobaldo, a forza di gridare, e gettar sassi alle finestre, riusci a destare Sciaballino il cane guardiano; questo svegliò i tacchini, i tacchini svegliarono le oche, e quello chiarivari di voci animalesche riscosse in breve tutti gli abitanti del paese, l'oste compreso.
L'arrivo del terribile rivoluzionario produsse la più viva sensazione.
All'indomani — era giorno di domenica — nel cortile dell'albergo tutti parlavano del giovane sconosciuto, che nel cuore della notte avea con tanta insistenza disturbata la pubblica quiete.
— Chi sarà? Donde venne? Fin quando si trattiene?
— Io non gli ho chiesto nulla, risponde l'oste. L'ho condotto nella sua camera, gli ho dato la buona notte, e finora non è ricomparso...
Frattanto il cortile sempre più va riempiendosi di curiosi. I villeggianti, uomini e donne, vengono a chieder novelle dell'insolito chiasso avvenuto la notte.
Ma un suono di tromba ha richiamato l'attenzione di tutti. Un contadino di circa trent'anni, con due grossi tacchini in sulle spalle, si fa in mezzo alla brigata, e saluta rispettosamente gli astanti.
I fanciulli battono le mani — Viva il Malo Amen! si grida da ogni parte — Presto! in giro le cartelle!... Vediamo chi sarà il fortunato!
Il contadino depone le due vittime nel mezzo della tavola, e si prepara a far l'estrazione di una tombola, gridando a tutta voce:
— Avanti, signori!... non vi sono che dieci cartelle disponibili!... Chi non risica non rosica!... Da bravi!... Ma ecco un signore, che senza dubbio vorrà favorirmi... Se non erro, è quello istesso, che ieri a sera cenava all'albergo di Canonica, e a cui ebbi l'onore di indicare il cammino per Albiate...