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ha studiata la posizione. — Dal punto ov'egli si è messo può dominare la sala.
Avvezzo alla presidenza delle assemblee popolari, Teobaldo Brentoni vuol essere veduto, ascoltato, ammirato...
Più di trenta persone sono nella cucina, oltre i cani, i gatti ed i polli.
Che bel colpo per il presidente della Società della morte, — convertire in una sera al vangelo della democrazia più di trenta persone e una dozzina circa di quadrupedi!
III.
Durante la cena.
L'invasione della famiglia Regola ha messo di cattivo umore il pedagogo
Adanulfo Schiena e il pescatore dilettante, personaggi di indole
oltremodo pacifica.
Il professore, che poco dianzi aveva dato saggio di inesauribile facondia spiegando al suo nobile allievo ed alla famiglia dell'oste l'etimologia di vari paesi della Brianza, stordito dalle grida dei fanciulli e più ancora dalla marziale disinvoltura di Teobaldo e de' suoi due colleghi, corruga la fronte, e brontolando sottovoce un distico greco, accenna al contino di sbrigarsi nella refezione, per ritirarsi il più presto possibile negli appartamenti superiori.
Mentre i figli del signor Augusto si contendono le ultime stille del torbolino rimasto nella bottiglia, Teobaldo onde predisporre i circostanti ad una allocuzione democratica, si alza impetuosamente, e levando il bicchiere ricolmo sul capo del contino Bisciolla, propone un brindisi all'unità d'Italia!
— Viva l'Italia! rispondono in coro gli astanti.
— Viva Vittorio Emanuele, il re galantuomo! soggiunge l'impiegato regio levandosi il cappello.
— Viva l'eroe di Varese, di S. Fermo, di Marsala, di Palermo, l'invitto generale Garibaldi! prosegue Teobaldo con maggiore vivacità!