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ibuzione di latte e di panetti gialli — tuttociò a beneplacito del signor Augusto e del suo terribile squadrone.
La famiglia Regola, in tali ricorrenze annue, somiglia ad un drappello di soldati, cui il generale abbia tolto il freno d'ogni disciplina.
La parola d'ordine è: divorate!
Inutile aggiungere che i figli del regio impiegato, interpretando quest'ordine nel senso più lato, divorano colle mascelle, e più ancora colle saccoccie, e perfino colle borse da viaggio.
Oltre ai parenti ed agli amici comuni a tutta la famiglia, ciascun figlio del signor Augusto ha in Brianza una balia od un baliotto da aggredire...
Nel saccheggiare la cascina ed il granaio di un baliotto, i Regola diventano feroci...
Quegli sciagurati ragazzi divorano ciò che veggono... Il loro appetito somiglia all'esplosione di un bisogno a lungo condensato, di una fame economizzata lentamente nei dodici mesi dell'anno, una fame che vuol disfogarsi in una settimana, colmare in un minuto il vacuo di eterni digiuni!
Il signor Augusto Regola attribuisce l'indomabile appetito dei suoi figliuoli all'influenza dell'aria campestre e delle insolite passeggiate...
Ma queste spiegazioni fisico-igieniche, che il regio impiegato ripete ogni anno ai suoi ospiti, non scemano in essi la meraviglia del fatto.
Il passaggio della famiglia Regola per molti pacifici abitatori della Brianza è considerato quale una calamità periodica. — I più l'attendono rassegnati — taluni, men generosi, o già troppo infastiditi dalle precedenti esperienze, si sottraggono al pericolo esigliandosi per breve tempo dalle proprie abitazioni...
Gli osti di Canonica, sebbene non facciano le più festose accoglienze al signor Regola, che ad ogni costo vuol chiamarsi loro cugino, non hanno mai negato di dare alloggio gratuitamente a lui ed alla sua numerosa famiglia. Quanto alla cena, da oltre venti anni, sembra tacitamente convenuto che il signor Regola debba pagarla, salvo il diritto ai ragazzi di andar in volta per l'osteria a spigolare su tutte l