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di una plebe sedotta, fors'anche comprata dall'oro austriaco! grida il Gallina, volgendosi ai membri dell'assemblea.

— E noi tutti protestiamo! rispondono in coro i deputati.

— Siete voi disposti a morire? chiede con enfasi il Gallina agli onorevoli membri. — Siete voi disposti a morire per la salute della patria?...

Gli onorevoli esitano a rispondere. — La interpellanza è troppo compromettente...

— Signori! — io ve lo chiedo per la terza ed ultima volta: siete voi disposti a morire per la salute della patria?

— Io conosco troppo bene i miei doveri di deputato del popolo, risponde uno degli astanti. — Chi rappresenterebbe, chi illuminerebbe, chi governerebbe la nazione, se i deputati morissero?... Vivere è un diritto pel resto degli uomini — per un rappresentante del popolo è dovere!

— Bene! bravo! viva il maestro Gandolla di Bellano! — gridano gli altri deputati, che in questa ispirata risposta riconoscono la propria salvezza.

— E noi permetteremo, risponde il Gallina, che due spie, due emissarii dell'Austria sian portati in trionfo ed acclamati da questa plebaglia vigliacca che ci elesse all'onorevole incarico di rappresentarla?

— No! no! morte alle spie! morte alle spie! urlano in coro i deputati.

— Sì! morte alle spie! ripete il Franchetti precipitando nella sala in compagnia de' suoi colleghi di Università. — Morte alle vere spie, ai veri nemici d'Italia; morte ai don Basilii, che con maschera da liberale vanno pel mondo a far l'ufficio di Satana, a suscitare discordie e a seminare la gramigna nel buon grano. Oggi la provvidenza ci ha fatto discoprire due di cotesti scellerati... e ha posto in nostra mano tali documenti, ch'essi non potranno in verun modo schermirsi dai rigori della legge! — Signor sindaco di Taceno: io rimetto in vostra mano questi fogli, che gli illustri professori Frigerio e Zannadio hanno rinvenuti sulla via di Bellano, e che appartengono ai fratelli Albizzotti, sedicenti sensali di seta.