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Quando l'uomo è commosso da gravi e straordinarie impressioni, a che gli giova la scienza? L'illustre naturalista, il dotto professore, che per tanti anni ha consumati gli occhi ed il cervello nello studiare tutte le varietà del regno animale, sotto l'influenza della sorpresa e del terrore, scambia i gamberi per scorpioni, i ranocchi per pipistrelli.
Questo errore scientifico non illuse però lunga pezza il signor Frigerio. Allorquando, cessata la violenta commozione, egli fa in grado di riconoscere il proprio errore, con flemma da scienziato raccolse accuratamente gli animaletti raminghi, e ad uno ad uno li pose a sguazzare nel secchio.
Povere bestiuole innocenti! pensava il Frigerio; sarebbe una vera ingiustizia ch'io disfogassi la mia collera con voi... Voi non siete che lo stromento di qualche maligno o di qualche stolto. Ma donde sarà egli uscito questo incognito nemico, questo genio perverso, che si è proposto di farmi passare una sì cattiva notte? A Menaggio non v'è persona che mi conosca... Io non ho mai fatto male ad alcuno... Basta!... spero aver superati i maggiori guai... Domani... la Checchina mi spiegherà questa istoria...
Il professore, vinto dalla stanchezza e dal sonno, si gettò audacemente sul letto; ma appena ebbe spento il lume, sulla opposta parete egli vide comparire una testa da morto fosforescente, e sotto a quella una scritta parimenti di fuoco: Morte al Tedesco!
CAPITOLO V.
Una lettera compromettente.
All'indomani, verso le dieci del mattino, il professore Frigerio non
era ancora uscito dalla camera.
Frattanto il sartore, il sergente, il maniscalco e il sindaco di Menaggio si adunavano a concistoro in una sala terrena per decidere le sorti dello scellerato emissario dell'Austria.
— Figliuoli! diceva il sindaco; le carte e gli al