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— Sicuramente! soggiungono ad una voce il maniscalco ed il furiere; il nostro Gallina dice benissimo... L'aria non è ancora purgata!...
— Ma noi la purgheremo!...
— Dice benissimo il nostro Gallina.... Noi la purgheremo!
— E presto!
— E subito!
— E senza chieder permesso a' superiori!
In profferire tali parole, i tre sozii si ricambiano occhiate misteriose e terribili...
— Ma voi mi fate paura! esclama la Checchina... C'è forse qualche nube per l'aria? Avete forse letto nelle gazzette qualche brutta notizia?... Per l'amor di Dio... ditemi qualche cosa... anche a me... Che la Beata Vergine ci salvi da nuove disgrazie!
— Pur troppo c'è una nube per l'aria! ripiglia il Gallina, dopo aver consultato i suoi compagni con un'occhiata significante. E la nube non è lontana... anzi è vicinissima... anzi sta sopra questa casa... Senti, Checchina.... (E a questo punto il sartore chiese di nuovo ai compagni uno sguardo di approvazione). Noi dobbiamo comunicarti un grande segreto... un segreto di Stato... ma innanzi tutto devi giurare che di quanto siamo per dirti, non ripeterai parola ad anima vivente.
— Io? parlare io?... ma vi pare?... nè anche se mi strappassero la lingua colle tenaglie...
— Ebbene, sappi adunque... Ma prima di tutto, siamo noi soli...? Non v'è alcuno in tua casa che possa udire i nostri discorsi?
— Voi sapete che questa casa è rimasta disabitata, dacchè il signor conte si è traslocato a Torino. Jeri sera è giunto qui da Milano un forastiero, pel quale pochi giorni sono il ragioniere del conte mi avea scritto di metter all'ordine l'appartamento del secondo piano...
— E tu lo conosci quel forastiero?
— Non so altro di lui se non ch'egli si chiama il signor Frigerio...
— E ignori cosa è venuto a fare in questi paesi...?
— Io non so nulla... io...
— Lo sappiamo noi...! Dorme egli ancora...?