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che si fa da noi a Menaggio — noi profitteremo di lui per sapere ciò che fanno a Vienna i nostri nemici. Che te ne pare, sergente?

— Per ora fate voi! Quando ci sia bisogno di metter sull'armi la Guardia Nazionale, non avrete che a parlare.

— Prima di tutto troviamo un pretesto per entrar nella casa...

— Io conosco la Checchina, la fattora... Una italianona! una liberalona, che nel quarantotto, quando i tedeschi sono tornati, ha mangiato il naso ad un caporale tirolese che voleva baciarla per forza...

— Credi tu che sia bene metterla al fatto:...?

— Forse sì, e forse no... Vedremo qual vento tiri.... Ma eccoci alla tana del lupo...

— La Checchina è sulla porta!...

— Prudenza e circospezione!

— Io direi che il Gallina si facesse avanti, e che noi rimanessimo a rispettosa distanza per non eccitare sospetti...

— No! è meglio procedere assieme, e prender l'aria di gente che va al passeggio.

— Buon giorno, Checchina! sì di buon'ora levata? Che si fa di bello?...

— La nostra Checcotta! sempre più bella! sempre più fresca!... Dacchè i tedeschi hanno sgombrato il paese, sei ringiovanita di dieci anni!

— Voi sapete bene quale amore io portassi ai tedeschi! risponde la buona donna tutta lieta de' complimenti ricevuti. Ho fatto anch'io la mia parte da buona italiana! Vi giuro che se mi capitasse ancora nelle unghie un di quei cani, io lo acconcerei per lo feste! Basta! ora non c'è più questo pericolo...

— Almeno.... così si crede...

— Come? che volete dire con quel vostro si crede?

— Checchina mia, risponde il sartore con aria di mistero; io certamente non temo che si abbiano a rinnovare per noi le disgrazie del quarantotto..... ma in quanto a tedeschi... o, voglio dire... tedescanti..... c'è sempre pericolo di incontrarne anche nei nostri paesi. L'aria non è ancor del tutto purgata!