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ndividuo che pranzava tutto solo a poca distanza dai due professori. Lo sconosciuto levò il muso dal piatto, e girando uno sguardo sospettoso sui due che parlavano: — che razza di animali esotici sono codesti? brontolò fra denti; mi hanno l'aria di preti travestiti...
Il signor Domenico Zannadio e il signor Frigerio hanno infatti un esteriore poco simpatico. Il primo è un uomo alla antica; capelli corti, barba rasa, soprabito nero e lungo, cravatta bianca e scomposta. L'altro, più giovane di età, più elegante nel vestito, sortì dalla natura certi occhi grossi, sporgenti, injettati di sangue, che mettono ribrezzo a vederli. Le accurate indagini scientifiche, la faticosa esplorazione dei petali e dei pistilli, obbligano il signor Frigerio a portar gli occhiali, due grandi occhialoni inforcati sul naso, che danno alla fisonomia dello scienziato una espressione feroce.
— Godo che vi tratteniate sulle rive del lago, riprende lo Zannadio; così qualche volta potremo trovarci assieme a ragionare di scienza.... Anch'io sono venuto su questi monti per ragioni scientifiche.... per iscoprire nuovi dati a conferma delle mie teorie sulla formazione del globo. Avete letta l'ultima mia Memoria sugli Strati antidiluviani?
— L'ho letta ed ammirata...
— Se le ricerche ch'io sto per fare mi riescono a bene, fra pochi anni il sistema di Humboldt verrà riputato un delirio di una grande intelligenza.
A questo punto della conversazione, l'individuo che siede a poca distanza dai due scienziati, esce dal cortile, e poco dopo ricomparisce dietro la finestra che domina la tavola in compagnia d'un nuovo personaggio.
— Humboldt era mio amico strettissimo, ripiglia il signor Zannadio; ho intrapreso espressamente il viaggio di Praga per andarlo a visitare or son dieci anni... E in quella occasione ebbi l'onore di stringere amicizia coi signori Elitpazter, Zambadenzer e Cropztastroffer di Vienna ed altri colleghi tedeschi coi quali sono tuttavia in carteggio.
— I tedeschi la sanno più lunga di noi in fatto di scienze naturali...