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Due Spie.
CAPITOLO I.
In qual modo un uomo dotto e brutto può essere scambiato per una spia.
In sul finire del luglio 1860, pranzavano tranquillamente all'albergo
del Leon d'Oro in Lecco il signor Domenico Zannadio geologo e il
naturalista professor di botanica signor Candido Frigerio.
— Io parto quest'oggi per Bellano, diceva il primo.
— Benone! rispondeva l'altro. Viaggeremo in compagnia fino a Varenna, dove io scenderò dall'omnibus per tragittare a Menaggio. Intendo percorrere la valle di Porlezza e i gioghi che la fiancheggiano. La natura di quel suolo mi sembra propizia alle mie ricerche. Voi sapete ch'io vado in traccia dell'Elleboro giallo macolato, per provare al chiarissimo professore signor Gian Giacomo Mazzoldi da Imola, che quell'arbusto cresce appunto nei paesi montuosi della Lombardia, ciò che l'onorevole scienziato pretenderebbe contestare coll'ultima sua dissertazione: De Helleboro et aliis vegetalibus veneficis provinciæ Comensis.
Queste parole furono pronunziate a voce bassa, ma il nome del Mazzoldi[1] ferì l'orecchio d'un i