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belve. Sui registri dei diversi camerini teatrali egli è iscritto quale appendicista del Momento, della Gente latina, dellEra nuova, del Me ne impippo, dellElettore, del Telegrafo, della Gazzetta popolare e d'altri periodici.
Il nostro insigne appendicista tiene sempre nel portafoglio l'esordio della sua prima appendice, che egli legge agli amici, ai conoscenti, e più spesso agli impresarii ed ai capo-comici, ogni qualvolta egli veda minacciati i suoi diritti all'ingresso libero. Quell'esordio è scritto in stile umoristico, e comincia con questo tratto spiritoso ch'è di ultimo gusto: «Io scrivo, tu scrivi, quegli scrive... noi scriviamo, voi scrivete, coloro scrivono!» È voce che il guardaportone della Scala abbia trovato del sublime in questa facezia!
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Chi è quel figuro abbottonato, che vorrebbe darsi l'aria di un gran personaggio, e lascia intravedere da' suoi sguardi furbeschi e inquieti il cavaliere di industria? Il sotto-mezzano, il vice-corriere della cronaca criminale, che supplisce ai corrieri ordinarii ogni qualvolta si tratti di processi insignificanti. In tali casi, egli si incarica di riepilogare i fatti e i dibattimenti per passarli sottomano ai redattori del gazzettino. — Gli incriminati, o gli aventi causa si raccomandano a lui per impedire la pubblicità dei processi, per ottenere delle reticenze o delle modificazioni. Il nostro vice corriere ha stabilito una tariffa pe' suoi piccoli servigi. Per venti franchi, egli sostituisce al nome degli incriminati le sole iniziali, per franchi quaranta sopprime anche queste. Mesi sono, al tribunale correzionale si agitava il processo di un tal Bislemacchi.... La madre dell'accusato, una povera donna, temendo che il nome del figlio comparisse disonorato nei Gazzettini di città, si raccomandava piangendo al vice-corriere della stampa. Questi con voce melata le espose i suoi prezzi di tariffa.
— Ebbene! disse la povera madre; domani vi manderò venti franchi perchè mettiate le sole iniziali. —