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— Ah!... nella prima colonna! osserva il Bartolami crollando il capo. E si chiama articolo di fondo!.... Voi altri... o per dir meglio... noi altri giornalisti abbiamo certi modi di esprimerci... Basta!... Articolo di fondo, articolo di mezzo, per me fa lo stesso... Mia moglie ha detto bene... non vorrei aggravarmi troppo...
— In tal caso — riprende il giornalista — è meglio che il signore rinunzii per sempre all'articolo di fondo, e invece, come usano in Francia e in Inghilterra i redattori in capo dei grandi giornali, si occupi esclusivamente della polemica. Non c'è scampo... L'articolo di fondo esige un travaglio quotidiano...
— Dev'essere un lavoro difficile... e noioso... — interrompe la moglie del Bartolami strizzando a Rodolfo un'occhiatina significante...
— Al contrario... deliziosissimo — risponde il giornalista a voce sommessa.
— Avete detto?...
— Ho detto... che trattandosi di esonerare la signoria vostra di un incarico piuttosto grave, io sarei pronto a fare le vostre veci... tutti i giorni — Mi permetta, signor Bartolami, di parlarle sinceramente, col cuore in mano. La redazione di un giornale è un peso grave, fastidioso, opprimente... Io parlo contro il mio interesse... Ma poichè ella è posta in una condizione tanto fortunata da poter sostenere le spese di una buona e valorosa collaborazione, faccia a modo mio... Lasci a noi... a noi poveri operai del pensiero, a noi martiri della intelligenza, a noi aratori della penna, tutte le torture del nobile e travagliatissimo ministero.... A lei le compiacenze della gloria, gli onori, i titoli, i lauri, le cariche supreme dello Stato, tutte infine quelle fortune che o tosto o tardi sorridono agli uomini di genio, agli illustratori della patria. Il genio, che per sè stesso è nulla, col denaro diviene una leva onnipotente. I tempi sono oltremodo propizii agli uomini di mente e di borsa. — Noi sotto... ella sopra! Noi qui... a sudare sulla carta... ella al Parlamento... al Senato... al Ministero... fors'anche... Ah!... noi benediremo le nostre vigilie, e il sovvenire degli spasimi lunghi, delle immani fatiche, ci aleggierà come tepida olezzan